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SORRIDI: LA NSA TI STA GUARDANDO (e forse guarda anche la tua famiglia..)
Roberto Preatoni (SyS64738)
06/15/2006

 
Ultime notizie: il web 2.0, la rete di servizi web di ultima generazione che apre nuove frontiere per la navigazione in Internet, viene utilizzato dall'Intelligence americana come uno strumento per il recupero e l' archiviazione dei dati personali dei cittadini.

Questo è quanto viene rivelato in un articolo pubblicato da New Scientist ( http://www.newscientist.com/article/mg19025556.200?DCMP=NLC-nletter&nsref=mg19025556.200 ) che sottolinea il ruolo dei cosiddetti Social Network in quella rappresenta una delle più vaste operazioni di stoccaggio dei dati della popolazione americana e non.

Ma qual è la novità?

I tentativi di schedare i cittadini non sono di certo cosa nuova, soprattutto nei circuiti governativi americani: lo si è visto con lo scandalo scoppiato nei mesi scorsi a proposito dell'archiviazione dei dati forniti dalle compagnie telefoniche alla NSA e lo si è visto con le intercettazioni telefoniche a comuni cittadini spacciate per contromisure antiterrorismo.

L'aspetto nuovo è che ora sono solo alcuni dei servizi che caratterizzano il web 2.0 ad attrarre l'interesse della NSA: i social network come myspace.com, ad esempio , costituiscono una miniera di informazioni vastissima in cui è possibile ricavare ogni genere di dato, dalla tipologia etnica, alla professione, all'orientamento politico e sessuale. I dati verrebbero poi combinati con quelli di data base ottenuti a pagamento: record dei telefono cellulari per rintracciare gli spostamenti, o transazioni economiche e finanziarie, competenze, abilità (ad esempio se si sa o no pilotare un aereo).

Aggiungendo i dati ottenuti tramite i social network a quelli già in suo possesso grazie alla collaborazione coi gestori telefonici, la NSA potrebbe stabilire relazioni tra persone diversissime e distanti nello spazio, semplicemente basandosi sulla condivisione di alcune attività, ma in questo caso il margine di errore è molto alto e sarebbero innumerevoli i casi di persone messe sotto controllo senza un reale motivo. La frase “dovresti sempre partire dal presupposto che qualsiasi cosa tu diffonda online la porterai nel tuo CV” ha ora assunto una nuova, inquietante connotazione.

Il problema infatti è che uno degli effetti di web 2.0, la piattaforma internet, è che qualsiasi sito web si visiti, si lascerebbero delle tracce. Comunque, fino ad ora, le nostre competenze in ambito digitale non hanno permesso lo stoccaggio di tipologie diverse di dati perché gli strumenti a nostra disposizione non riescono a supportare formati tanto diversi.

Ma la tecnologia del Web Sematico, che è stata progettata per abbattere queste incompatibilità strutturali, renderebbe invece possibile la messa in atto di una rete di risorse eterogenee per la creazione di un archivio unico in cui una volta impostati i parametri si possano estrapolare e raggruppare vari profili per analizzarli. Creare relazioni tra le persone secondo le loro caratteristiche e le loro attività sarebbe possibile, e diventerebbe uno strumento di controllo molto potente. La struttura che permetterà tutto ciò si chiama Resource Description Framework (RDF) ed ha la caratteristica di dare ad ogni tipologia di dato la medesima forma predefinita.

L'introduzione di un sistema simile, ricorda molto il progetto TIA (Total Information Awareness), un protocollo promosso dall'Intelligence Americana e Caldeggiato da alcuni esponenti del Congresso, che si basava sulla collaborazione sinergica di telecomunicazioni, strutture commerciali, sanitarie, pubbliche, per mettere insieme i dati e realizzare un data base ad altissimo profilo che permettesse l'identificazione immediata e precisa di chiunque avesse interagito con una qualsiasi di queste realtà.

I finanziamenti al progetto TIA vennero sospesi e la gente ha potuto per un po' andare avanti a pensare che la loro privacy fosse al sicuro, ma qualcosa sta cambiando e quello che possiamo fare ora è solo prendere in seria considerazione questo suggerimento, quando ci accingiamo a fornire i nostri dati personali in internet: ATTENZIONE- è davvero il momento di schiacciare il pulsante Canc.

 

 

   

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