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Trappole biometriche
divine shadow (Fabio Ghioni)
01/29/2006

 
E' di pochi giorni fa la notizia che una ricercatrice americana, nell'ambito di un programma di ricerca finalizzato allo studio dei sistemi biometrici e al loro impatto in termini di prestazioni, sicurezza e rispetto della privacy finanziato dalla National Science Foudation americana, ha dimostrato come sia possibile ingannare molti tipi di sensori biometrici di rilevamento delle impronte digitali utilizzando materiali facilmente reperibili da parte di chiunque. Nel caso specifico sono stati utilizzatidella gelatina e della pasta da modellare destinata ai giochi dei bimbi. Questa dimostrazione non e' una novita' per gli esperti del settore biometrico, in quanto gia' negli anni passati un ricercatore giapponese dimostro' la possibilita' di trarre in inganno i sensori utilizzando pero' materiali di piu' difficile reperimento. Inoltre, in internet circola da almeno altrettanto tempo un filmato che mostra la ripetibilita' dell'esperimento eseguito dal giapponese e alcuni gruppi di hacker hanno dato pubbliche dimostrazioni della sua fattibilita' nel corso di manifestazioni dell'underground digitale. La novita' non sta quindi nella dimostrazione scientifica dell'inaccuratezza di cui soffrono determinati tipologie di sensori biometrici, bensi' nel fatto che la notizia goda di tanta risonanza nonostante non si tratti di una novita'. Sono passate invece quasi inosservate le ricadute di questo studio, che ha consentito di individuare e perfezionare una tecnica particolare, basata sulle caratteristiche di traspirazione della pelle delle dita, per rendere migliori le prestazioni di riconoscimento dei sensori biometrici. Un altro dato importante e utile gia' nell'immediato per discriminare tra i diversi prodotti presenti sul mercato e' la tipologia dei sensori che si sono rivelati piu' affidabili nel riconoscimento.

In un sistema di sicurezza, qualunque esso sia, esistono sempre delle soglie di affidabilita', esattamente come per qualsiasi manufatto. Inoltre, la sicurezza in termini assoluti non esiste per definizione. Mettiamo quindi da parte ogni illusione sul sistema di identificazione perfetto e affrontiamo la realta' dei fatti: i sistemi biometrici, fatta salva forse l'analisi del dna che non e' allo stato attuale utilizzabile per creare sistemi di identificazione in tempo reale, sono affetti da errori. L'errore di riconoscimento e' il piu' immediato: le impronte digitali si prestano a essere raccolte con facilita' su diverse superfici, e riprodotte con cura su diversi tipi di supporto. I sensori utilizzati nei sistemi di identificazione piu' economici utilizzano una tecnologia che ad esempio non e' in grado di percepire la temperatura del dito che vi si poggia sopra. Ne consegue che questi sistemi, anche se avessero un sensore in grado di riconoscere con elevata affidabilita' l'immagine, non saprebbero accorgersi del fatto che si stia utilizzando un dito vero in carne e ossa oppure un modellino di pongo o un'impronta riprodotta in cera. Infine, va ricordato che i sistemi di identificazione biometrica non utilizzano l'immagine fotografica intera del polpastrello (o del palmo della mano, o della retina, o l'impronta vocale precisa), bensi' una sua elaborazione matematica che consente di immagazzinare una quantita' di informazione molto piccola seppure significativa ai fini del sistema di identificazione.

Come gia' accennato non e' possibile riferirsi alla sicurezza in termini assoluti, quindi parlare di sistemi di identificazione totalmente sicuri e' solo controproducente. Il miglior modo per accrescere l'affidabilita' di un sistema di identificazione e' utilizzare combinazioni di identificativo con password e in aggiunta sensori biometrici, oppure piu' sensori biometrici insieme: ad esempio palmo della mano e retina, oppure impronta e rilevamento dei parametri del volto, oppure ancora impronta vocale e parametri del volto. Questo approccio ovviamente diminuisce l'accettabilita' da parte degli utilizzatori e aumenta i costi totali del sistema di identificazione.

In Italia l'utilizzo di sistemi biometrici e' limitato, anche a seguito di un parere del Garante per la Privacy che ha circoscritto l'ambito di utilizzo dei sistemi di identificazione biometrica ai casi in cui si rendano necessari controlli antiterrorismo o per il controllo accessi in impianti che effettuano lavorazioni su materiali particolarmente pericolosi.

 

 

   

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