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Nel nome della liberta': dalla Svezia una scintilla di speranza?
divine shadow (Fabio Ghioni)
01/29/2006

 
Anno nuovo, vita nuova. Il primo di gennaio 2006 la stampa svedese ha dato l'annuncio, la cui eco e' rimbalzata attraverso internet, della nascita di un nuovo partito: il partito pirata (piratpartiet, in svedese). Forse che per le sempre piu' stringenti e vessatorie leggi destinate a reprimere attivita' socialmente innocue, quali la condivisione di oggetti attraverso internet, sia arrivata l'ora di confrontarsi democraticamente con il crescente dissenso che esse provocano tra i cittadini dei paesi democratici?

In Svezia un gruppo di cittadini ha deciso di manifestare concretamente il proprio dissenso usando il piu' classico dei meccanismi della democrazia: la creazione di un partito politico. L'amibizione e' quella di raggiungere la massa critica di voti necessaria per avere voce in parlamento, ovvero circa 255000 voti alle prossime elezioni previste in autunno! Il nome scelto, Partito Pirata, e' colorito e i circa 4000 aderenti si dichiarano stufi di essere trattati come un pericolo pubblico e alla stregua di criminali e terroristi per il solo fatto di scambiare oggetti su Internet senza alcun scopo di lucro. Nel manifesto politico (https://www.piratpartiet.se/), attualmente disponibile solo in lingua svedese, il nuovo partito dichiara di voler combattere il sistema che affama i paesi in via di sviluppo affinche' i paesi sviluppati possano continuare a non condividere la conoscenza in nome della "proprieta' intellettuale".

Il chiaro messaggio lanciato da questo gruppo di amanti della liberta' e' rivolto alle grandi industrie e corporazioni multi e trans nazionali impegnate, alla stregua di racket mafiosi, ad assorbire risorse dai paesi in via di sviluppo per il beneficio di poche entita' industriali facenti capo a pochi individui assetati di potere e denaro che, considerandosi al di sopra delle leggi violano impunemente la liberta' e la privacy dei cittadini con la complicita' delle lobby politiche. Il Partito Pirata afferma che fara' il possibile per annullare quelle leggi che limitano la circolazione della conoscenza a beneficio di pochi, e che combattera' all'ultimo sangue contro le leggi nazionali e comunitarie mirate al controllo della popolazione (data retention): disposizioni quali il Decreto Pisanu in Italia o il Patriot Act negli Stati Uniti, che autorizza l'intercettazione indiscriminata di cittadini "sospetti".

In altri tempi l'iniziativa avrebbe potuto far sorridere, ma oggi, mentre vediamo giorno dopo giorno le nostre liberta' andare in fumo poco per volta in nome della lotta al terrorismo, fa riflettere.

Se anche il Partito Pirata non dovesse raggiungere la massa critica, il loro gesto di protesta merita attenzione e lode. Nella speranza che non si tratti di uno degli ultimi colpi di coda di una democrazia ancora libera, ma destinata a guardare dalle sbarre di una gabbia mentre il mondo imbocca il sentiero di una nuova dittatura globale.

 

 

   

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